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L’Avancarica ai tempi del Maio di Santo Stefano

Rievocazione Storico Folkloristica della Bassa Irpinia


Il folklore in Italia è una componente intrinseca della storia del Paese. Dal piccolo borgo antico fino alla città metropolitana ogni territorio vanta tradizioni ed eventi di origine remota, manifestazioni arcaiche di un’identità popolare accuratamente rievocata e rinnovata anno dopo anno. Le vicissitudini, i costumi, le usanze, i credi religiosi, che da un lontano passato giungono fino a noi carichi di testimonianze e significati sulle origini di coloro che ne riscoprono e custodiscono i valori primordiali. La Festa del Maio di Foto Maio 2010 - Tromboncino avancarica Armi Lippiello - Foto Alessandro Zen NapolitanoSanto Stefano racchiude in sé molti di questi valori. Ho sempre vissuto con dedizione questa celebrazione, un sincretismo pagano-cristiano che ha pervaso, nei secoli, le terre nelle quali sono cresciuto e tuttora vivo. Baiano (Av), piccolo comune nell’entroterra campano, in territorio Irpino, rievoca tutti gli anni, il giorno di Natale, un rito antico legato ai culti della vegetazione. Un albero, il più alto, robusto e fiero, viene scelto e reciso nel bosco della vicina Arciano, località montuosa del vallo baianese. Caricato su di un carretto, esso viene condotto in processione lungo la strada principale del paese, fino alla Chiesa del Patrono Santo Stefano, per essere qui eretto dalla comunità. La tipicità di questa celebrazione, a prima vista un classico “palo” o “albero di maggio” di epoca medioevale, risiede in una peculiarità balistica squisitamente baianese dai tratti più tipicamente ottocenteschi: lo sparo a salve con armi ad avancarica caricate a polvere nera.

Quello che avviene infatti è una disfida a suon di colpi di moschetto, sempre più forti e tonanti, dimostrando la propria perizia balistica e devozione caricando di polvere nera la propria arma fino ai limiti consentiti. L’albero è così scortato dalle salve roboanti, un pò come nel XIX secolo truppe di ribelli postunitari annunciavano il proprio arrivo in paese alla ricerca di vettovaglie e provviste per continuare nella lotta a difesa dei propri terreni. Le origini storiche del rito si sono perse nella memoria. La mia passione per l’avancarica nasce da qui. La prima arma che ho imbracciato era un cimelio di coloro che oggi chiamiamo Briganti, un ferro malandato e rugginoso. Da quel lontano giorno sono passati anni e la mia dedizione alla Storia e la mia creatività mi hanno condotto fin qui, a realizzare artigianalmente repliche di quell’equipaggiamento militare e civile (l’arma avancarica imbracciata dalla persona centrale nella foto è un Tromboncino Baianese ©Armi Lippiello) locale, italiano e internazionale, cercando nella fedeltà rievocativa di ogni arma di ricostruire, passo dopo passo, la Storia di cui ognuno è figlio.

 



Acciarino a tre scatti Acciarino Mod. 1844 Borbonico
Acciarino a tre scatti
Acciarino Mod. 1844 Borbonico

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